Testo e Foto di Cesare Zucca
(Italian and english version)

Oggi vi porto nel cuore di Roma, nel rinomato Largo Del Tritone, per scoprire un hotel davvero visionario dove straordinari elementi architettonici incontrano design innovativo e un mix coraggioso di colori e tessuti. Benvenuti a U-Visionary Roma, nuova “visione romana” di un viaggio da vivere nel presente, tra tradizione, miti e leggende, per proiettarsi in un futuro eterno per un’esperienza tra passato, presente e futuro. Tutto lo splendore di Roma da vivere dalla spettacolare terrazza che domina la Città Eterna.

L’hotel ospita il ristorante-bistrot Clementino, guidato dallo Chef Massimo D’Innocenti che vi invita a assaporare l’eccellenza culinaria della Citta Eterna, abilmente rappresentata dal passato e dal presente, rispettando le tradizioni gastronomiche romane e accendendole di sapori contemporanei.Ho incontrato D’Innocenti per una breve intervista

Buongiorno Massimo, perchè “Clementino”?
Per un discorso familiare e affettivo, infatti Clementino viene dal nome del papà dell’imprenditore che ha costruito questo magnico posto e che ha iniziato questa attività di ristorazione.
A proposito di ricordi, qual è il suo primo in cucina?
(sorride) Beh, devo sfatare la leggenda che sono nato tra i fornelli della nonna, bravissima cuoca. Il primo flash della cucina è stato proprio un innamoramento di quando avevo 20 anni. Appena finita scuola, ho participato a un corso culinario indetto dalla Regione, non avevo mai preso un coltello in mano, ma forse questa è stata la mia fortuna perchè sono entrato in un mondo totalmente nuovo e ho scoperto un mondo che mi è immediamente piaciuto.Un colpo di fulmine?
Esattamente! Pur non venendo da alcuna esperienza settoriale, è nata una passione che col tempo si è rafforzata, grazie anche alla convivenza con personaggi importanti della ristorazione romana e internazionale.

Dal menu dei : Polpettine di trippa, pecorino e menta

Dove ha iniziato?
Nel Ghetto di Roma, regno di una cucina davvero romanesca: cacio e pepe, il classico fritto, le animelle, la coratella d’abbacchio con i carciofi, la trippa alla romana, la caponata di melanzane, per poi passare a ristoranti importanti, quindi prediligendo metodi alternativi, sferificazioni, spume eccetera. Però dopo un po’ ho sentito bisogno di tornare alla base, con il bagalio e l’esperienza acquisita negli anni.

La tradizione: il carciofo alla giudea

Qual è il concept di Clementino?
Ero annoiato da certe visioni un po’ eccentriche di alcuni chef.
Pur rispettando la loro espressione, penso che si sia smarrita un po’ la base: troppa televisione, giornali, internet, chef star, quindi abbiamo optato per un ristorante pensato per essere al servizio del Cliente, che abbiamo voluto posizionare al centro del progetto. Questo è un luogo di grande libertà sia per chi vuole spendere dieci euro sia per chi ne vuole spendere mille. La libertà è del Cliente, il sorriso fa parte della casa.

Asparagi, uovo, formaggio a granelli

Dove ama passare un weekend libero?
Weeekend liberi… rarissimi. Se me ne capita uno, scelgo una città d’ arte. Il mio ultimo weekend libero l’ho passato a Firenze, un mordi e fuggi di arte e bellezza: la Galleria degli Uffizi e ritorno…
Come vede l’abbinamento arte-cucina?
C’è da sempre un’ attenzione da parte di grandi nomi, Marchesi e i tagli di Fontana, Bottura e i lavori di Picasso e Hirst oppure l’ “uovo apparente” di Pietro Leemann che ricorda Piero della Francesca, ma anche pittori e scrittori, come Pollock e le sue ricette ritrovate, Proust e le sue madelaines. Personalmente l’arte a tavola non è un argomento che mi si confà, preferisco apprezzarla nei musei.

Una classica pasta mista patate e provola

Nel frigorifero di casa sua: sempre e mai...
Sempre frutta e verdura, mai prodotti e spezie etnici in generale, wasabi.
Cucina a casa?
Beh, se voglio mangiare… tocca a me, mia moglie non ci pensa proprio. Preferisco stare sul tradizionale, ma se ho qualche ospite mi piace inventare, usare la fantasia.C’è un piatto che preferisce mangiare su cucinato da qualcun altro?
Certamente, adoro la cucina di Emanuele Del Signore. E’ uno chef che è stato mio secondo per parecchi anni che ora è al timone del Twiga di Montecarlo. Amo la sua cucina fusion e il suo spettacolare spiedo laccato con miele, zenzero e salsa di soia, un piatto eccellente, che mangio solo da lui,
Se non fosse diventato uno chef…
Chissà, ho sempre avuto una grande passione per i lavori creativi dove la manualità è importante: dalla fotografia all’arte di tagliare i capelli.
(ride) Chissà, forse sarei diventato un ottimo parrucchiere…

Di certo la scelta di Massimo è stata una decisione vincente, la cucina di Clementino offre piatti che nella loro semplicità, destano quelle emozioni che solo le eccellenze della tradizione possono regalare.Clementino si trova nel U-VISIONARY ROMA HOTEL, Via dei Maroniti, 12, Roma

ENGLISH VERSION

ROME: Massimo D’Innocenti talks about Clementino

Today I take you to the heart of Rome, in the renowned Largo Del Tritone, to discover a truly visionary hotel where extraordinary architectural elements meet innovative design and a bold mix of colors and fabrics.
Welcome to U-Visionary Roma, a new “Roman vision” of a journey to be experienced in the present, between tradition, myths and legends, to project yourself into an eternal future for an experience between past, present and future. All the splendor of Rome to be experienced from the spectacular terrace overlooking the Eternal City.

The hotel hosts the Clementino restaurant-bistro, led by Chef Massimo D’Innocenti who invites you to savor the culinary excellence of the Eternal City, skillfully represented by the past and the present, respecting Roman gastronomic traditions and lighting them up with contemporary flavors.I met D’Innocenti for a short interview

Good morning Massimo, why “Clementino”?
For a family and emotional reason, in fact Clementino comes from the name of the father of the entrepreneur who built this magnificent place and who started this restaurant business.Speaking of memories, what is your first in the kitchen?
(smiles) Well, I have to dispel the legend that I was born in the kitchen of my grandmother, a very good cook. The first flash of the kitchen was actually a love affair when I was 20 years old. As soon as I finished school, I participated in a culinary course organized by the Region, I had never held a knife in my hand, but perhaps this was my luck because I entered a totally new world and discovered a world that I immediately liked.

Love at first sight?
Exactly! Even though I don’t come from any experience in the sector, a passion was born that has strengthened over time, thanks also to living with important people in the Roman and international restaurant industry.

Dal menu dei : Polpettine di trippa, pecorino e menta

From the menu of : Tripe, pecorino and mint meatballs

Where did you start?
In the Ghetto of Rome, the kingdom of a truly Roman cuisine: cacio e pepe, the classic fried food, sweetbreads, lamb offal with artichokes, Roman-style tripe, eggplant caponata, and then moving on to important restaurants, therefore preferring alternative methods, spherifications, foams, etc. However, after a while I felt the need to return to the basics, with the baggage and experience acquired over the years.

La tradizione: il carciofo alla giudea

Tradition: Jewish-style artichokes

What is the concept of Clementino?
I was bored by certain somewhat eccentric visions of some chefs.
While respecting their expression, I think the basis has been lost a bit: too much television, newspapers, internet, star chefs, so we opted for a restaurant designed to be at the service of the Customer, which we wanted to place at the center of the project. This is a place of great freedom both for those who want to spend ten euros and for those who want to spend a thousand. Freedom is the Client’s, the smile is part of the house.

Asparagi, uovo, formaggio a granelli

Asparagus, egg, granulated cheese

Where do you like to spend a free weekend?
Free weekends… very rare. If I get one, I choose a city of art. My last free weekend was in Florence, a hit and run of art and beauty: the Uffizi Gallery and back…
How do you see the combination of art and cuisine?
There has always been attention from big names, Marchesi and Fontana’s cuts, Bottura and the works of Picasso and Hirst or the “apparent egg” by Pietro Leemann that recalls Piero della Francesca, but also painters and writers, such as Pollock and his rediscovered recipes, Proust and his madeleines. Personally, art at the table is not a topic that suits me, I prefer to appreciate it in museums.

Una classica pasta mista patate e provola

A classic mixed pasta with potatoes and provola

In your refrigerator at home: always and never…
Always fruit and vegetables, never ethnic products and spices in general, wasabi.
Do you cook at home?
Well, if I want to eat… it’s up to me, my wife doesn’t even think about it. I prefer to stay traditional, but if I have guests I like to invent, use my imagination.Is there a dish that you prefer to eat cooked by someone else?
Certainly, I love Emanuele Del Signore’s cooking. He’s a chef who was my second for several years and who is now at the helm of Twiga from Montecarlo. I love his fusion cuisine and his spectacular skewer lacquered with honey, ginger and soy sauce, an excellent dish, which I only eat at his place,
If uou hadn’t become a chef…
Who knows, I’ve always had a great passion for creative works where manual skills are important: from photography to the art of cutting hair.
(laughs) Who knows, maybe I would have become an excellent hairdresser…

Certainly Massimo”s choiche was a winning decision, Clementino’s cuisine offers dishes that in their simplicity, arouse those emotions that only the excellence of tradition can give.Clementino is located in the U-VISIONARY ROMA HOTEL, Via dei Maroniti, 12, Rome